Rigor mortis è l’irrigidimento del corpo che avviene dopo il decesso. È dovuto a reazioni biochimiche nei muscoli: questi funzionano grazie allo ione calcio, sempre presente vicino alle fibre contrattili. Quando il muscolo si contrae si ha un’alta concentrazione di calcio, quando si rilassa, invece, si ha una bassa concentrazione. Il bilancio del calcio è legato a quello delle molecole che danno energia alle cellule (l’Atp, adenosintrifosfato). Dopo la morte, poiché cessa la respirazione, l’Atp non può essere prodotto e quindi il calcio non può più variare, concentrandosi o rarefacendosi, ma si distribuisce uniformemente. Ciò avviene in ogni muscolo, che quindi si contrae e rimane contratto, facendo irrigidire tutto il corpo.
Lo shock anafilattico è una grave reazione allergica dell’organismo, rapida e generalizzata, a sostanze estranee come farmaci o veleni di insetti. Perché si verifichi occorre che la sostanza sia già penetrata in precedenza nell’organismo provocando una reazione allergica. Poiché l’organismo è così già pronto a reagire alla sostanza, al successivo contatto, per cause ancora sconosciute, può reagire in modo eccessivo, scatenando lo shock. Svenimenti. Questo provoca dilatazione dei vasi sanguigni e costrizione delle vie respiratorie, pallore per il minor afflusso di sangue alla cute, respiro affannoso, battito cardiaco accelerato e stato di confusione. La mancanza di sangue al cervello può portare a perdita della coscienza. Se non si interviene rapidamente con i farmaci adatti, lo shock può provocare la morte.
Le articolazioni del nostro corpo sono racchiuse da una capsula che contiene il liquido sinoviale, una sostanza che lubrifica e nutre le giunzioni. Questo liquido contiene disciolti diversi gas, principalmente ossigeno e anidride carbonica. Il caratteristico scrocchio delle dita o del collo è prodotto da questi gas che, grazie alla pressione che esercitiamo sulla capsula sinoviale, sfuggono dalla soluzione liquida. Per questo motivo non si può riprodurre rapidamente, bisogna aspettare che i gas si dissolvano nuovamente nel liquido sinoviale. Se non ci sono in atto particolari patologie articolari non ci sono controindicazioni nel produrre di proposito lo scrocchio.
La vitalità degli spermatozoi è determinata da alcuni parametri chimico-fisici tra i quali soprattutto la temperatura e il grado di acidità (il pH) dell’ambiente. ello sperma, che contiene oltre agli spermatozoi anche il plasma seminale, la temperatura deve essere compresa tra 37 e 37,5 °, ci deve essere una leggera alcalinità (pH tra 7 e 7,5) e la disponibilità di zuccheri. Alterazioni anche piccole di questi fattori compromettono la possibilità di sopravvivenza degli spermatozoi. I testicoli non scesi, cioè ritenuti all’interno del corpo (difetto chiamato criptorchidismo) possono provocare sterilità proprio perché la temperatura interna è troppo alta per la vitalità degli spermatozoi. il naufragar m’è dolce… Nella vagina, durante i periodi di non ovulazione, l’ambiente è acido (pH inferiore a 6) e gli spermatozoi dunque vivono poco, anche solo alcuni minuti. Nei giorni vicini all’ovulazione, invece, quando è presente il muco cervicale, che ha il pH giusto, gli spermatozoi sopravvivono alcune ore, da 2 a 16. Dopo aver superato il muco cervicale, essi si diffondono, a ondate, nell’utero, nelle tube e anche nella cavità peritoneale e qui possono sopravvivere anche giorni. Stiamo freschi. Se sono emessi all’esterno, a temperatura ambiente, per esempio a 15 °, rimangono vitali circa uno o due giorni, ma non tutti e in percentuali sempre più basse col passare del tempo e comunque con grande variabilità secondo la persona e l’età. A 36 ° vivono poche ore. Per conservarli due o tre giorni si possono mettere a 4 ° (la temperatura di un frigorifero), ma per la loro sopravvivenza è indispensabile aggiungere alcune apposite sostanze criopreservanti. Con la crioconservazione, invece, la provetta è tenuta alla temperatura di -196 °, in azoto liquido, con sostanze preservanti più forti e gli spermatozoi si conservano per anni e anni, a tempo indefinito (è quello che fanno le “banche del seme”).
Si tratta di una protezione che si attiva automaticamente dal sistema respiratorio per evitare la mancanza di ossigeno. Quando dormiamo da un lato la narice corrispondente al lato da cui siamo girati si intasa, lasciando che sia la narice opposta a prendere la quantità necessaria di ossigeno. In un tempo compreso tra le due e le tre ore, la narice “libera” sarà stanca, così saremo spinti a girarci sull’altro fianco per permettere alla narice di riposare.
Lo sbadiglio è un atto respiratorio involontario, mosso da sostanze chimiche presenti nella regione cerebrale dell’ipotalamo. Durante lo sbadiglio compiamo dei gesti che favoriscono il passaggio dell’aria, per questo, secondo gli scienziati, lo sbadiglio è un mezzo con cui l’organismo reagisce ad uno stato di torpore, come sonno, fame e noia, riacquisendo una condizione di vigilanza grazie ad un maggior afflusso di ossigeno nel sangue e quindi poi al cervello.
L’anestesia blocca il passaggio dell’impulso nervoso dalla periferia dell’organismo al cervello e viceversa. L’impulso viaggia nella membrana esterna dei nervi, ricca di grassi. Il meccanismo di azione degli anestetici non è molto ben conosciuto, ma si pensa che quelli gassosi, come l’Alotano, si sciolgano nei grassi della membrana, ostacolando l’impulso. Dosi appropriate. Quelli iniettati invece si legano, bloccandoli, ad alcuni recettori nervosi. Sono strutture che ricevono informazioni dall’ambiente esterno, mettendo continuamente l’organismo in condizioni di rispondere. Il dosaggio, però, deve essere tale da non eliminare impulsi di funzioni vitali, come il respiro. Di solito si usano miscele di più farmaci per ridurre gli effetti indesiderati dei singoli componenti. Agli anestetici si associano i miorilassanti, sostanze che facilitano il rilassamento dei muscoli, bloccando il passaggio dello stimolo di contrazione dal nervo al muscolo.
Il cervello ha circa 100 miliardi di neuroni. Paragonato a un calcolatore, avrebbe una “memoria” di circa 500 gigabytes, ovvero circa 20 volte quella del disco fisso di un pc di ultima generazione… ma senza tener conto delle connessioni.
Le creme e gli oli solari contengono due diversi tipi di filtri: fisici e chimici. I filtri fisici agiscono in modo meccanico. In pratica riflettono e disperdono i raggi solari perché contengono sostanze opache (biossido di titanio, ossido di zinco) che funzionano da “specchio”, respingendo, senza distinzione, tutte le radiazioni. I filtri chimici invece contengono molecole organiche complesse (oxibenzone, fenilbenzilimidazolo, acido sulfonico, butil metoxidibenzoilmetano, etilexil metoxicinnamato), che assorbono l’energia della radiazione solare e la restituiscono in parte, sotto forma di calore. Ognuna di esse assorbe una specifica lunghezza d’onda (UvA e UvB). Diversamente agiscono invece le sostanze fotoprotettive che si assumono per bocca, per esempio i carotenoidi, derivati dalla carota. Si depositano nelle ghiandole sebacee e nel derma e inibiscono le reazioni di ossidazione, neutralizzando i radicali liberi che si generano durante l’esposizione ai raggi Uv. Non sostituiscono comunque l’azione dei filtri.
Dopo il decesso l’organismo umano subisce un processo nel quale le sostanze di natura proteica vengono scomposte in altre più semplici da batteri saprofiti provenienti sia dall’esterno (dal suolo, per esempio) sia dall’interno dell’organismo (flora batterica). Entro 30 minuti dalla morte il sangue si deposita per gravità nelle zone basse e coagula. Dopo un’ora appaiono le tipiche macchie viola della congestione. Irrigidimento. Dopo 4-5 ore i processi chimici che si sviluppano nei muscoli producono il rigor mortis. Dopo 16-24 ore il contatto tra l’emoglobina del sangue e l’idrogeno solforato prodotto dai processi putrefattivi forma solfoemoglobina, che conferisce una colorazione verdastra. Dopo 4-15 giorni comincia la produzione di gas da parte dei microrganismi che stanno trasformando i tessuti. Entro 4 mesi il cadavere perde tutti i liquidi, e nel giro di 2-3 anni tutti i tessuti. L’effettiva durata di questi fenomeni dipende però dalle caratteristiche dell’ambiente.
Dipende dal momento in cui hanno perso la vista. Se la cecità è congenita, o è sopraggiunta prima dei 5 anni, i sogni hanno forti componenti olfattive, gustatorie e tattili. Non ci sono però immagini definite, semmai lampi di luce. Dialoghi, viaggi, sensazioni di calore, rumori, emozioni provate nel corso della giornata, sono i temi più ricorrenti. Chi invece ha perso la vista dopo i 7-8 anni sogna come le persone vedenti, utilizzando però immagini che fanno riferimento ai ricordi. Con una particolarità: sono differenti anche i contenuti dei sogni, che contengono per esempio meno scene di aggressione. Per saperne di più: su Internet: una recente pubblicazione scientifica analizza il sogno dei non vedenti.
Esistono: sono quelle colpite da una rara anomalia congenita, conosciuta dai medici come situs viscerum inversus. Le persone che presentano questa malformazione nascono con alcuni organi collocati in posizione speculare rispetto a quella naturale: per esempio, con il cuore, lo stomaco e la milza a destra, l’appendice e il fegato a sinistra. Benché grave, l’anomalia è generalmente compatibile con una normale funzionalità dell’organismo (anche quando non solo uno, ma tutti gli organi si trovino fuori dalla loro sede naturale), tanto che la si scopre in genere solo in seguito a radiografie, richieste per altri motivi.
Sì, perché contiene lisozima, un enzima capace di limitare la crescita dei batteri, soprattutto dei gram positivi. L’enzima attacca gli zuccheri della parete cellulare, e la distruzione della parete fa sì che il batterio scoppi.
L’emivita del lattato nel sangue è dell’ordine di 15 min, pertanto, dopo un’ora, non ne esiste più traccia nel sangue. Il dolore muscolare che segue esercizi di elevata potenza (come correre in discesa) e che si protrae per parecchi giorni successivi allo sforzo, è dovuto a vere e proprie microlesioni delle cellule muscolari. La lesione può limitarsi alla frammentazione di alcune macromolecole presenti all’interno delle cellule muscolari oppure, se più grave, può causare “strappo” delle cellule muscolari che finiscono per andare in necrosi cui segue un processo cicatriziale.
No. Il diabete non è causato da un eccesso di zuccheri, ma da una mancanza di insulina. Questo ormone, normalmente, garantisce che il livello di zucchero nel sangue sia sempre lo stesso, indipendentemente dalla quantità di dolci ingerita.
I camici di chirurghi e infermieri sono verdi perché il sangue è rosso. Infatti, il rosso è un colore che balza all’occhio; questo significa che il cristallino deve compiere una manovra di messa a fuoco per vederlo. Tale operazione, del tutto involontaria, fa sì che il colore permanga sulla retina per molto tempo. E in effetti l’attenzione del cervello è magnetizzata da questo colore che, proprio per questo motivo, è stato considerato importante e “autoritario” da molte culture. Non a caso il rosso è il colore del semaforo o di qualunque altro segnale che deve richiamare l’attenzione, ma anche quello del mantello di cardinali e re. A differenza del rosso, il verde viene invece focalizzato dal cristallino dell’occhio proprio sulla retina e quindi senza nessun particolare sforzo. Dunque, il verde è un colore che non affatica la vista. Nelle sale operatorie i camici di chirurghi e infermieri, e i teli che coprono i pazienti, sono verdi proprio perché fanno scomparire quell’”immagine residua” che viene creata dal rosso del sangue sulla retina. Se si usassero stoffe bianche, gli addetti continuerebbero a vedere insistentemente le macchie di sangue anche staccando lo sguardo dalla ferita. E questo disturbo renderebbe più faticoso il loro lavoro. Il bianco, indice di pulizia, è riservato invece alle infermiere.
Le donne hanno due seni perché in genere nutrono solo un figlio alla volta. Nelle altre specie di mammiferi, invece, forma e numero di mammelle variano secondo il numero e le esigenze dei piccoli.
La carta non c’entra di per sé. In realtà, la carta, o certi oggetti di plastica molto sottili, provocano tagli superficiali che paradossalmente sono più dolorosi di un taglio profondo fatto con un corpo appuntito. Infatti, il taglio superficiale resta aperto, provocando dolore, mentre uno più profondo fa uscire del sangue che rapidamente si coagula chiudendo la ferita.
L’unica differenza tra il rischio di ammalarsi che corre un fumatore rispetto a un non-fumatore è data dalla quantità di fumo e di nicotina che viene respirata in maniera continuativa. Dagli studi risulta che anche nell’organismo di chi è esposto alla combustione delle sigarette altrui si accumulano le sostanze nocive per l’organismo: nella saliva e nelle urine di chi vive con un fumatore, per esempio, si rileva la presenza di nicotina, la sostanza nella quale l’organismo trasforma la nicotina, in una quantità che è pari all’1% rispetto a quella presente nel convivente. Ricerche americane hanno provato invece che per chi respira il fumo del coniuge o dei colleghi il rischio di tumore polmonare aumenta del 15-20%, e che per le mogli di fumatori accaniti la probabilità di avere disturbi cardiaci è doppia rispetto a quella delle donne non esposte al fumo. Inoltre vivere con un fumatore può essere particolarmente dannoso per i bambini, che corrono un rischio di infezioni quattro volte superiore al normale: si indebolisce il loro sistema immunitario e diventano allora più comuni raffreddori, bronchiti, tonsilliti, tracheiti, otiti, e aumenta la probabilità di attacchi d’asma.
No, per due motivi. Il primo è che nei pasti successivi si tende a compensare, introducendo tutte le calorie mancate. L’organismo, poi, recupera la perdita di energia conservando il più possibile il cibo introdotto, rallentando il metabolismo e abituandosi a immagazzinare il più possibile, trasformandolo in riserve di grasso.
Il ciak è uno strumento usato sul set cinematografico e serve a dare le indicazioni indispensabili per montare correttamente la pellicola dopo la ripresa delle singole scene di un film. Fu introdotto con l’avvento del cinema sonoro negli anni Trenta. E’ composto da una tavoletta di legno rettangolare che ha alla base una parte mobile. Facendo battere questa parte contro quella superiore si produce un suono inconfondibile che viene registrato e che serve poi come momento di riferimento per sincronizzare le immagini della pellicola e i rumori della colonna sonora. Sulla tavoletta superiore si scrivono titolo del film, nome del regista, nome dell’operatore e indicazioni sulla scena (esterno giorno, interno). In alto, un numero in cifre arabe indica quale inquadratura si sta girando e uno in cifre romane indica quante volte la scena è stata ripetuta.
Una legge del 1938 stabilisce che denaro e titoli non possono essere oggetto di premi. Quindi le società e le aziende private che organizzano promozioni commerciali o concorsi a premio possono regalare ai vincitori solo oggetti o gettoni d’oro. In questi casi, le vincite non sono tassate perché la ritenuta alla fonte è pagata dalla società che organizza la promozione. Anche per quanto riguarda altri giochi come le lotterie istantanee (“gratta e vinci”) e le lotterie nazionali le vincite non sono tassate. Nel gioco del lotto, invece, esiste una tassazione alla fonte del 3 per cento.
Sono alcuni tipi di avvistamenti di Ufo (Unidentified flying object, oggetto volante non identificato). Le definizioni furono coniate negli anni Settanta da Joseph Allen Heynek, astronomo, astrofisico e fondatore del più importante centro di ricerca ufologica Usa. Eccone la descrizione nel dettaglio. Incontri di 1° tipo: visione di un Ufo posato a terra, a distanza relativamente ravvicinata (non più di alcune centinaia di metri). Incontri di 2° tipo: l’Ufo, oltre a essersi posato a terra, deve avere lasciato tracce della sua presenza (segni sul terreno, bruciature su un albero, ecc.). Incontri di 3° tipo: con l’Ufo deve essere avvistata anche un’entità animata. L’incontro ravvicinato di 4° tipo è di origine più recente: si tratta dalla cosiddetta abduction, ovvero il rapimento di un terrestre a bordo di un Ufo. Tutti gli avvistamenti di Ufo in volo, invece, sono definiti “luce notturna” o “disco diurno”.
Sì. I trapianti sono accettati dalla Chiesa cattolica e la donazione è incoraggiata in quanto atto di carità. Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Evangelium Vitae” ha invitato la comunità cattolica a interessarsi a realtà nuove che a volte trovano nei credenti una certa resistenza. È il caso, per l’appunto, della donazione degli organi. E le altre religioni? Ecco che cosa pensano alcune delle principali religioni sull’argomento (fonte Aido, Associazione italiana donatori organi): Buddismo: la donazione è una questione di coscienza individuale. Ebraismo: gli ebrei ritengono che se è possibile donare un organo per salvare una vita, è obbligatorio farlo. Poiché ridare la vista è considerato salvare la vita, è incluso anche il trapianto della cornea. Greco Ortodossa: non pone obiezioni alle procedure che contribuiscono a migliorare lo stato di salute dell’uomo, ma la donazione dell’intero corpo per la sperimentazione o la ricerca non ne segue la tradizione. Induismo: la donazione degli organi per il trapianto è una decisione di tipo individuale. Islam: i maomettani approvano la donazione da parte di donatori che abbiano dato in anticipo il proprio consenso per iscritto e gli organi non devono essere conservati, bensì trapiantati immediatamente. Protestantesimo: incoraggia e sostiene la donazione degli organi.
I papi cambiano nome dopo essere stati eletti per rispettare un’antica usanza: è infatti un segno di completa dedizione al nuovo ufficio. Tuttavia, all’inizio questa usanza nacque perché alcuni papi trovavano i loro nomi poco adatti alla carica che ricoprivano. Il primo fu Mercurio, che aveva il nome di un dio pagano e quando fu eletto papa, nel 533, scelse di chiamarsi Giovanni, come il martire. Intorno all’anno Mille diversi papi trovarono i loro nomi di origine inadatti, e dopo Pietro Buccaporca (1009), che per rispetto verso San Pietro cambiò il suo nome in Sergio, l’usanza rimase. Il nuovo nome viene scelto in base a motivi personali, che possono essere i più vari, come per esempio l’ammirazione per un papa precedente. I nomi più frequenti sono stati Giovanni, Gregorio, Benedetto, Clemente, Innocente, Leone, Pio.
Una spiegazione risale alla mitologia scandinava: c’erano 12 semidei e poi arrivò il tredicesimo, Loki. Ma era crudele con gli uomini: da qui il 13, in quelle terre, è divenuto segno di malaugurio. Altri legano la superstizione al fatto che c’erano 13 persone all’Ultima Cena di Cristo, e il tredicesimo era Giuda. Quanto al venerdì, forse è considerato infausto perché Cristo fu crocefisso in quel giorno. Per i musulmani, invece, è infausto perché è il giorno in cui Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito. Origini a parte, la credenza è diffusa in tutta Europa e America.
L’origine di questa popolare forma verbale risale probabilmente alle truppe statunitensi, durante la Seconda guerra mondiale. Quando un reparto andava in missione, al suo ritorno doveva segnalare le eventuali perdite in vite umane. Nel caso in cui tutti i militari fossero rientrati alla base, il comandante faceva rapporto ai suoi superiori usando l’acronimo O.K. come abbreviazione di zero killed, ovvero “nessun (militare) ucciso”. La sigla ha quindi incominciato ad assumere il significato di conferma positiva, equivalente al modo di dire “tutto va bene”. Al contrario, la sigla K.O. è nata nel mondo del pugilato ed è l’abbreviazione della forma inglese knock out, che significa “fuori combattimento”.
Il record è stato stabilito da un aereo russo, un Mig 25, guidato dal pilota Aleksandr Fedotov il 31/8/1977: riuscì a toccare quota 37.650 metri. Per quanto riguarda gli aerei commerciali, si arriva a 13.700 metri con il Boeing 747, e a 16.700 con il Concorde.
Un carato è una unità di peso. Viene utilizzato per i diamanti e altre gemme preziose ed equivale a 0,2 grammi. Si usa anche per l’oro, ma in questo caso rappresenta una unità di purezza. In genere l’oro grezzo viene mischiato con un metallo, per esempio rame, argento, palladio, perché è troppo morbido e delicato per alcune lavorazioni. 24 carati d’oro equivalgono a oro puro. Se un braccialetto è fatto per 18 parti in oro e per 6 parti in rame o argento, avremo invece un gioiello in oro a 18 carati (che è anche il titolo commerciale più richiesto in Italia). L’origine di questa unità di misura deriva da un’antica moneta d’oro puro tedesca, che era in uso un migliaio di anni fa ed era chiamata, come quella attuale, marco. Pesava 24 carati, cioè 4,8 grammi. La sua composizione, e il suo peso, servirono da quel momento come riferimento per la purezza dell’oro.
Lo zircone è un minerale naturale dello zirconio (silicato di zirconio), raro e molto lucente. Il suo colore varia dal giallo-bruno, al verdastro, al rosso. In oreficeria viene abitualmente chiamato “zircone” quello che in realtà è una zirconia cubica. Anch’esso è un minerale dello zirconio (ossido di zirconio), ma creato in laboratorio dall’uomo, non dalla natura. Il suo valore è quindi molto minore del vero zircone e anche il suo aspetto è diverso: un grosso cristallo incolore, somigliante al diamante. Il vero diamante è invece un cristallo di carbonio, estremamente duro e lucente. È solitamente incolore o giallo-bruno. I diamanti grezzi vengono tagliati e sfaccettati secondo diversi tipi di taglio, che sono caratterizzati dalla forma e dalla disposizione delle faccette. La più comune è quella “a brillante”. Essa prevede delle serie concentriche di 8 o 16 faccette, di forma solitamente quadrangolare o triangolare. Il taglio a brillante può comunque essere applicato a qualsiasi tipo di gemma avente forma rotonda, ovale o a goccia.
Le stampanti per computer, a seconda della qualità grafica, dividono la pagina in un’immaginaria griglia più o meno fitta di microscopiche caselle. Ogni casella viene lasciata bianca o annerita in base alle informazioni ricevute dal computer, così da riprodurre, punto per punto, l’immagine desiderata. La stampante utilizza a questo scopo un laser, il cui fascio di luce colpisce uno specchio prismatico mobile e viene diretto su un rullo, caricandolo elettrostaticamente in quel punto. Grazie al movimento combinato dello specchio che guida il raggio e del tamburo che ruota su sé stesso, vengono “scritte” una serie di righe. Queste, durante la rotazione, passano sopra una cartuccia contenente toner (inchiostro in polvere), che è attratto dai punti carichi elettrostaticamente, dove si deposita. Infine, il toner viene trasferito sul foglio di carta, che scorre a contatto del tamburo. Prima di uscire, la carta attraversa una coppia di rulli, che riscaldano il toner e lo fissano definitivamente.
Può sembrare incredibile, ma il vero motivo per cui gli adesivi (colle, ma anche scotch ed etichette) riescono a incollare qualsiasi tipo di materiale resta misterioso. Circa un secolo fa i ricercatori scoprirono che tra due superfici esiste un’attrazione elettrostatica, chiamata forza di van der Waals: in sostanza, le particelle caricate positivamente di una superficie vengono attratte dalle particelle negative dell’altra. Le colle hanno una “marcia” in più: sono sostanze chimiche costituite tutte da polimeri, cioè catene di molecole che hanno la proprietà di essere visco-elastiche e di attrarsi tra di loro 100 volte più di quanto accada con la forza di van der Waals. Rispetto agli altri polimeri, quelli delle colle hanno una capacità di attrazione che è addirittura 10 mila volte superiore. Ed è questa potenza che i fisici non riescono a spiegare. Di recente due studiosi francesi, Ludwik Leibler e Cyprien Gay, hanno avanzato l’ipotesi che il potere degli adesivi sia nelle bolle che si formano sulla loro superficie quando vengono utilizzati e che, imprigionando aria a bassa pressione, funzionano come potentissime ventose.
Sfrutta una corrente di gas ad altissima velocità che, in uscita dal propulsore, fornisce per reazione una spinta in avanti. L’aria viene aspirata dall’esterno tramite un compressore (avviato da un motorino ausiliario) che la comprime nella camera di scoppio. Qui entra il combustibile, cioè il cherosene, si miscela con l’aria, brucia e produce gas ad alta temperatura e pressione. Il gas fa girare una turbina, che aziona il compressore durante il volo, ed esce poi dagli ugelli posteriori alla velocità di 500-600 metri al secondo. La spinta che permette agli aerei di volare proviene in realtà dall’energia chimica del cherosene, che reagisce con l’ossigeno dell’aria, cioè brucia, producendo energia termica. Il propulsore fornisce così l’energia meccanica (12 chilowattora per ogni chilo di cherosene) necessaria per l’accelerazione e il decollo, e vincere le resistenze dell’aria e la gravità durante il volo.
L’unico modo di eliminare un disegno permanente è quello di rimuovere la parte dipinta. Vengono utilizzate varie tecniche. La dermoabrasione, che elimina la parte più superficiale della pelle. La scarificazione, che utilizza un acido, ma il cui risultato è quello di sostituire al tatuaggio una cicatrice. E infine la rimozione chirurgica del derma, con eventuale impianto di pelle prelevata da altre parti del corpo, impiegata anche nei casi di ustione estesa. Da qualche tempo viene utilizzato anche il laser. Alcuni apparecchi si limitano a distruggere le cellule che corrispondono alla parte tatuata, provocando una bruciatura. Altri invece distruggono il pigmento, riducendolo a particelle che poi riescono a essere assorbite dalla pelle. Richiede più tempo ma lascia tracce decisamente meno deturpanti rispetto agli altri metodi.
Durante un “vuoto d’aria” l’aereo perde improvvisamente quota non perché manchi l’aria, come erroneamente suggerisce il termine, ma perché incontra una forte corrente discensionale che lo trascina verso il basso per poche decine di metri, ma a forte velocità (circa 140 km/h). La “caduta”, del tutto innocua, dura pochi istanti, perché l’area delle correnti è piccola e l’aereo, viaggiando ad alta velocità, la attraversa molto rapidamente. L’accelerazione produce poi una sgradevole sensazione da “montagne russe”. In passato vuoti d’aria e turbolenze erano pericolose perché gli aerei, fatti di legno e tela, erano fragili: se esposti a fortissime pressioni potevano spezzarsi. La struttura di un moderno aereo invece può vibrare molto, anche violentemente, senza subire danni.
Per registrare il passaggio delle automobili sulla linea di traguardo esistono due sistemi, oltre al cronometraggio manuale. In Formula Uno viene usato un trasmettitore di impulsi elettromagnetici, fissato allo chassis delle singole vetture. Al momento del passaggio sul traguardo, questi impulsi sono raccolti da un cavo interrato nell’asfalto, generando così un segnale che mette in moto un cronometro, che li traduce in tempi. Il cronometro, a sua volta, è collegato via cavo a un computer, che memorizza i dati e li elabora, calcolando a ogni giro il tempo di ogni concorrente e, facendo una semplice sottrazione, il distacco fra le vetture. L’altro sistema usato è quello delle fotocellule, cioè un fascio di luce che viene interrotto dal passaggio delle automobili. Le fotocellule hanno però un inconveniente: possono rilevare i passaggi soltanto se tra le automobili che sono sulla linea c’è un distacco minimo di sei centesimi di secondo. Se le automobili sono più vicine o addirittura accostate, allora è il cronometrista che deve stimare il distacco a “occhio”.
La ferrovia è stata inventata in Inghilterra, dove la circolazione è a sinistra. Per questo le prime ferrovie che si sono diffuse in Europa hanno mantenuto l’impostazione inglese. I primi treni sono nati nelle miniere inglesi, come perfezionamento del rudimentale sistema di trasporto del minerale su carrelli, che correvano sopra guide di legno o di ferro. Le prime ferrovie con rotaie di ferro all’aperto vennero impiegate nel 1738 a Whitehaven, con il nome di tramways. Il primo servizio merci ferroviario venne inaugurato nel 1825 sul tronco Stockton-Darlington, sotto la direzione di George Stephenson, costruttore della prima locomotiva a vapore, che è considerato il padre della ferrovia e fu il pioniere della costruzione delle prime linee inglesi. Secondo altri, invece, i treni viaggiano a sinistra perché nelle prime locomotive a vapore il posto dei macchinisti era a sinistra, per non essere colpiti dalla pala dei fuochisti mentre spalavano il carbone dal vagone sul quale era caricato il combustibile (tender) alla caldaia della locomotiva. Per consentire quindi ai macchinisti di vedere bene, la segnaletica sui binari era posta sulla sinistra.
I motivi per cui i tastierini telefonici e quelli dei computer sono ordinati in senso inverso sono di tipo pratico. I primi telefoni erano a disco. Si inseriva il dito nel numero voluto e lo si faceva girare in senso orario. I numeri andavano, allora come oggi, in ordine crescente. Le prime tastiere numeriche dei computer furono studiate molto tempo dopo e furono progettate dopo attenti studi ergonomici, cioè di ottimizzazione del rapporto uomomacchina. In questo caso ottimizzare significa, ad esempio, aumentare la velocità di battitura dei numeri diminuendo la possibilità di errore, ma anche l’affaticamento dell’operatore. Di conseguenza l’ordine si è invertito rispetto al telefono. Quando il telefono è passato dal disco alla tastiera si è scelto di mantenere il vecchio ordine numerico, per consuetudine e per non generare più disagi che benefici in alcune categorie di utenti, ad esempio i non vedenti.
La parte superiore delle gallerie è circolare perché sfrutta il principio architettonico dell’arco. La forma ad arco, infatti, permette di sostenere e distribuire meglio il peso del terreno soprastante. Immaginiamo di dividere l’arco in tanti pezzi uguali, a forma di cuneo. Ognuno di essi è sottoposto a un forte peso, ma non può cadere perché “incastrato” tra i suoi vicini: il risultato finale è che i vari pezzi si schiacciano l’uno contro l’altro, rendendo l’intera struttura più salda e compatta. Costruendo una galleria con la volta orizzontale non si avrebbe più questo effetto di “compattamento”, e i rischi di crollo aumenterebbero. Anche nei casi di traforo in una roccia dura e del tutto autoreggente (e che quindi non ha bisogno di essere sostenuta), la forma ad arco dà, per le stesse ragioni, maggiori garanzie di resistenza.
All’interno del tubetto la colla è unita a un solvente, il quale impedisce che questa si appiccichi alle pareti del tubetto. Quando la colla fuoriesce, insieme al solvente, quest’ultimo evapora rapidamente e rende la sostanza appunto in grado di attaccarsi agli oggetti.
Il migliore isolante è il vuoto, perché non essendoci molecole in movimento non c’è né conduzione né convezione del calore. La creazione di uno strato vuoto però richiede accorgimenti tecnici poco pratici (come pareti molto spesse).
A causa del calore che devono sopportare e della violenza dell’impatto, le gomme di un aereo di linea resistono tra i 200 e i 900 atterraggi, mentre quelle degli aerei militari molto di meno, tra i 50 e i 60.
I calcoli più recenti hanno stabilito che pesa 5.975 miliardi di miliardi di tonnellate.
Il cemento armato è calcestruzzo rinforzato da tondini d’acciaio, ed è ancora troppo presto per stabilire quale sia la durata media della sua vita. Se infatti la nascita di questo materiale risale all’inizio del secolo, le prime strutture vere e proprie sono sorte a partire dagli anni Venti-Trenta. Teoricamente un buon calcestruzzo dovrebbe raggiungere la stessa età della roccia della quale è costituito. Il calcestruzzo, infatti, è un insieme di acqua, sabbia, ghiaia e cemento. Quest’ultimo è ottenuto dalle rocce calcaree.
Il medico legale è uno specialista che può essere interpellato durante le indagini riguardanti fatti correlati sia al Codice penale, come le morti violente, sia al codice civile, come il risarcimento dei danni a persone. Svolge autopsie, indagini chimiche e biochimiche su sangue, tessuti, singoli organi, o su oggetti correlati al fatto indagato. Per esempio, può stabilire se le ferite riscontrate su un corpo sono compatibili con la presunta arma del delitto. Il coroner, una figura tipica dei Paesi anglosassoni, si limita ai fatti relativi al Codice penale, ma ha una maggiore libertà: può scegliere se investigare su un caso, come procedere nelle indagini e dispone di fondi per realizzare le ricerche. Il medico legale si limita invece a eseguire le richieste del magistrato, che lo sceglie nell’elenco degli specialisti iscritti all’albo dei medici legali, riconosciuti ufficialmente.
Nel Medioevo gli omosessuali erano considerati eretici e condannati a morte…. Sul rogo, durante l’esecuzione, venivano gettati dei semi di finocchio per comunicare alla popolazione che un eretico stava bruciando.
La pietra filosofale secondo gli alchimisti era un amuleto capace di tramutare i metalli in oro, o di produrre l’elisir di lunga vita. Rappresentava inoltre la via alla saggezza e alla conoscenza assoluta. Sull’origine di queste credenze vi sono molte teorie. Stomaco magico. Quella forse più antica risale alla mitologia greco-latina: il dio Saturno (Chronos, per i greci) aveva l’abitudine di divorare i figli, ma una sua amante, Rea, sostituì il proprio figlioletto Zeus con una pietra, che Saturno ingoiò d’un sol boccone. Quando s’accorse dell’inganno vomitò quel grosso sasso sulla Terra. Nel tempo in cui la pietra era rimasta nel corpo del dio aveva però acquistato la particolare proprietà di tramutare i metalli in oro. Alla ricerca della pietra filosofale, o di un sistema per ricreare le sue proprietà, si sono dedicati centinaia di alchimisti, da quattromila anni a questa parte. Non mancano nomi illustri, quali Aristotele, Pitagora, Paracelso e Flamel.
La carta igienica fu inventata nel 1857 dall’americano Joseph Cayetty. Mentre negli Stati Uniti si diffuse rapidamente, in Europa inizialmente fu considerata solo una raffinatezza. Si racconta che nel 1901, per una visita dei sovrani russi a Parigi, un funzionario del protocollo francese, credendo di usare agli ospiti grande riguardo, avesse fatto preparare per i bagni a loro riservati una speciale carta igienica, che recava stampato lo stemma imperiale russo. Per fortuna i suoi superiori se ne accorsero in tempo, evitando all’ultimo momento la gaffe.
La conferenza internazionale di Washington del 1884 decise di adottare come meridiano fondamentale (zero) e primo fuso orario quello di Greenwich per unificare gli orari e le misure geografiche. Prima di allora, per calcolare le longitudini, indispensabili per le carte nautiche e militari, ogni Paese aveva un suo meridiano fondamentale: in Italia era il meridiano di Roma (che passa per l’osservatorio di Monte Mario), in Francia quello di Parigi, in Inghilterra quello di Greenwich (un sobborgo di Londra dotato di un importante osservatorio astronomico fin dal 1675). Che ore sono? Quanto all’ora, non c’erano convenzioni nemmeno all’interno degli Stati: ogni località aveva la sua ora, basata sull’osservazione del Sole e sugli usi locali. Con la diffusione delle ferrovie i viaggiatori dovevano regolare l’orologio a ogni stazione. La conferenza di Washington stabilì il sistema dei fusi orari, scegliendo come primo fuso quello del meridiano di Greenwich, il quale divenne per tutti anche il riferimento geografico per il calcolo delle longitudini.
L’attuale numerazione delle scarpe fu introdotta tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento man mano che si sviluppava la lavorazione a macchina per produrre grandi quantitativi di scarpe di dimensioni diverse in breve tempo. La prima industria che produsse scarpe di qualità di misure prefissate e sempre uguali e con procedimenti meccanizzati fu, nel 1892, la Mansfield Shoe company inglese. Nel sistema continentale la misura si esprime in punti francesi, ognuno pari a 6,6 millimetri, mentre nel sistema anglosassone si usa il punto inglese, corrispondente a 8,4 millimetri.
Si. È stata abolita nel 1994. Attualmente lo Stato italiano non prevede la pena di morte in nessun caso. La prevedeva invece il Codice penale militare di guerra. La pena capitale era già stata bandita nel 1889 e ripristinata con una legge del 1926. Dopo la caduta del fascismo venne abolita, tranne che per i reati fascisti e di collaborazione. Nel 1945 si ammise nuovamente come misura temporanea per gravi reati. Fra il 26 aprile 1945 ed il 5 marzo 1947 vennero giustiziate 88 persone per avere collaborato con i tedeschi. Furono le ultime esecuzioni effettuate in Italia. Con la Costituzione della repubblica italiana del 27 dicembre 1947, la pena capitale fu bandita sia per i reati comuni, sia per i reati militari commessi in tempo di pace.
La scelta del celeste è dovuta, da un lato perché i pigmenti blu erano i più costosi, così apparve ovvio usarli per la figura più venerabile come la Vergine. Dall’altro, la scelta del colore ritenuto più spirituale (perché legato al cielo) designava Maria come emblema ultraterreno e, contemporaneamente, essendo colore anche del mare, alludeva ad uno degli appellativi di Maria; Stella Maris, “stella del mare” e porto dell’anima.
Il primo documento in cui si allude a una “cosca mafiosa”, per descrivere le fratellanze coinvolte in attività criminali, firmato dal procuratore della Gran corte criminale di Trapani, è del 1837. Il termine mafia è però diventato espressione corrente solo dopo la rappresentazione del dramma popolare I mafiusi di la Vicaria, del 1863. Le origini di Cosa Nostra, termine entrato nell’uso giornalistico per definire la mafia americana, sono invece legate al latifondo, la proprietà terriera chiusa che domina la struttura produttiva siciliana fino ai primi del ’900: fra la nobiltà terriera, erede di uno degli ultimi sistemi feudali d’Europa, e i contadini si forma un ceto organizzato in confraternite, che svolge funzioni di controllo e repressione. Oggi Cosa Nostra, oltre che in Italia, è presente in Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera, Francia, Gran Bretagna e Russia. Si stima a grandi linee che conti 5.000 affiliati e almeno 20.000 fiancheggiatori. Altre organizzazioni mafiose sono la ’ndrangheta calabrese, la camorra napoletana e la Sacra corona unita pugliese.
Nell’antichità erano chiamate “Sette meraviglie” i più grandiosi monumenti costruiti dall’uomo. Precisamente: il mausoleo di Alicarnasso, città dell’Asia minore in cui il re Mausolo nel IV secolo a. C. si fece costruire un grandioso monumento funebre e dal cui nome deriva la parola; le piramidi d’Egitto; il colosso di Rodi, statua in bronzo del dio Sole alta 32 metri, costruita dallo scultore Carete nel 290 a. C. e distrutta, sembra, da un terremoto nel 226 a. C.; i giardini pensili fatti costruire, secondo la leggenda, dalla regina Semiramide a Babilonia nel IX secolo a. C., oppure, secondo altri, le mura di Babilonia fatte costruire da Nabucodonosor; la statua in oro e avorio di Giove a Olimpia, scolpita da Fidia nel V secolo a. C.; il tempio di Diana a Efeso, che Erostrato incendiò nel 356 a. C.; il faro di Alessandria, che sembra fosse alto 120 metri.
Il pallino sulla fronte delle donne indiane è un augurio di felicità, detto Bindi, “gocce”, in hindi. Lo portano sin da bambine in varie forme e colori. Le donne sposate lo portano tondo e di colore marrone, anticamente era lo sposo a disegnarlo sulla fronte della sposa con il proprio sangue. Oggi, anche se il Bindi può essere dipinto con qualsiasi cosa, la donna che rimane vedova, solitamente, cancella il Bindi con una cerimonia particolare.
L’enciclopedia più grande di tutti i tempi fu quella di Yunglo ta, redatta in Cina tra il 1403 e il 1408 da duemila studenti: era composta da 22.937 capitoli manoscritti di cui solo trecento sono giunti a noi. Attualmente la più grande enciclopedia del mondo è la spagnola Enciclopedia Universal Illustrada europeo-americana, nota anche come Enciclopedia Espasa, dal nome dell’editore. Nacque tra il 1908 e il 1930, come somma di tutte le enciclopedie conosciute, originariamente era composta da 72 volumi che divennero poi 104 con i successivi aggiornamenti, per un totale di 105 mila pagine. In Italia la più importante opera enciclopedica è l’Enciclopedia italiana di scienza, lettere e arti, comunemente detta Treccani. Fu redatta tra il 1929 e il 1937 in 35 volumi che oggi, con le appendici di aggiornamento, sono diventati 57 (di cui due volumi di indice). Le pagine sono 56 mila.
Attualmente circa 6.700. Le più parlate sono: cinese mandarino, inglese, hindi/urdu, spagnolo, russo, arabo, bengali, portoghese, indonesiano e giapponese. L’italiano è parlato da circa 70 milioni di persone e si attesta al 19° posto, a pari merito con cantonese, Telogo (parlato in India e in Malaysia) e turco. La più grande concentrazione di lingue parlate si trova nelle zone del Pianeta dove c’è anche la maggiore biodiversità (varietà di animali, piante e ambienti). Nelle foreste pluviali tropicali, che occupano solo il 7% della superficie emersa della Terra, ci sono il 36% dei gruppi etnolinguistici del mondo. Valutando la situazione degli ultimi decenni, si calcola che, entro la fine del ventunesimo secolo, potrebbero estinguersi il 90 per cento delle lingue attualmente parlate.
Nel dicembre del 1967 fu avvistato da un aereo sopra le isole Ebridi uno stormo di una trentina di cigni selvatici (Cygnus Cygnus) che volava a un’altezza di 8230 metri. Lo stormo proveniva dall’Islanda e fu localizzato a quella quota anche da una stazione radar in Irlanda. Si tratta, però di un vero record: generalmente gli spostamenti migratori avvengono a quote decisamente inferiori. Le rilevazioni effettuate in Europa hanno permesso di stabilire che gli uccelli nei loro spostamenti migratori volano generalmente tra i 300 e i mille metri: raramente sono stati rilevate altezze superiori ai duemila metri. Molti uccelli migratori, tuttavia, sfruttano nei loro spostamenti le correnti termiche, per cui la loro altezza di volo è condizionata dai venti e non è possibile stabilire in modo preciso quote medie di volo.
Il toro non è capace di distinguere il rosso perché i suoi occhi mancano dei coni, cioè le cellule nervose della retina capaci di riconoscere i colori. Si scaglia infuriato contro il mantello del torero per istinto e per il movimento del bersaglio. Nelle corride, infatti, viene utilizzata una razza di tori chiamata Brava, presente soltanto in Spagna e che da secoli viene selezionata ed addestrata per esaltarne la potenza e l’aggressività.
Sì. L’ipotesi più accreditata è che questi serpenti fossero presenti sull’isola fino al Pliocene (ultima epoca dell’era terziaria). Infatti, sono stati trovati in Sardegna resti fossili di viperidi risalenti a quel periodo. Si ritiene che in seguito cause ambientali e climatiche ne abbiano causato la scomparsa. Un’altra ipotesi sostiene invece che la Sardegna si sia staccata dal continente (nel Miocene) troppo presto per essere colonizzata da questi rettili.
La vita dei salmoni è legata al loro ciclo riproduttivo: diventano adulti in mare e risalgono i fiumi per deporvi le uova e garantire così alla prole acque ben ossigenate e molto dolci. Il viaggio dei salmoni comporta un enorme dispendio di energie (alcuni risalgono anche di 4.800 km!) tanto più che durante il percorso non si nutrono affatto. Nella riproduzione la femmina depone 1.000-2.000 uova per ogni kg di peso corporeo. L’incubazione dura 2 o 3 mesi. Alla fine di queste operazioni i salmoni, stremati, si lasciano trasportare dalla corrente a valle, verso il mare: è a questo punto che si registra la maggiore mortalità: senza più energie, cadono spesso vittime di predatori o vengono trasportati in secca. Un salmone nella sua vita compie il viaggio da 1 a 3/4 volte.
La fase adulta della vita dell’effimera (o efemera), un piccolo insetto acquatico che assomiglia alla libellula, dura solo un’ora e mezza. Durante questo breve intervallo di tempo non fa altro che cercare partner con cui accoppiarsi. Prima di essere adulta però, e cioè prima che la ninfa abbandoni l’involucro nel quale si è trasformata in insetto alato, vive un anno allo stato di larva. Molti piccoli invertebrati, per esempio i gastrotrichi, vivono l’intera vita in tre soli giorni. All’estremo opposto c’è la cozza artica, un mollusco bivalve che abita le fredde acque polari e può vivere fino a 220 anni. Seconda nella classifica degli animali più longevi viene la tartaruga. Un esemplare catturato nelle isole Seychelles nel 1776, prima della Rivoluzione francese, è morto nel 1928, 152 anni dopo. Ha vissuto comunque circa 30 anni di più del più vecchio mammifero di cui siano state accertate con sicurezza sia la data di nascita sia quella di morte, la signora Jeanne Louise Calmet (123 anni), nella foto.
Il naso più fine è indubbiamente quello del baco da seta, il Bombix mori. Il maschio, isolato dalla femmina, riesce a localizzarla e raggiungerla anche se si trova a una decina di chilometri di distanza seguendo il profumo che essa emana dalle ghiandole addominali. Un odore non forte: nella miscela, infatti, è contenuto solo un decimilionesimo di grammo di feromoni, ormoni sessuali che invitano all’accoppiamento.